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Il camerino delle modelle

Il camerino delle modelle era situato vicino ai due saloni per le presentazioni, ai quali era collegato tramite un piccolo vestibolo. Si trovava in quella che era stata in precedenza l’antica sala da pranzo dell’hôtel particulier, cui era stato aggiunto un mezzanino per ospitare le circa 180 mise che dovevano essere presentate.

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Le modelle si preparano per la sfilata Haute Couture Primavera-Estate 1949.

“Il camerino è un universo a sé stante. Come i camerini di un teatro, è provvisto di poltrone, lampade, specchi e presenta lo stesso carattere piuttosto kitsch. E, proprio come essi, è abitato solamente da fate.”
Christian Dior

Dietro le quinte

Il camerino delle modelle era situato vicino ai due saloni per le presentazioni, ai quali era collegato tramite un piccolo vestibolo. Si trovava in quella che era stata in precedenza l’antica sala da pranzo dell’hôtel particulier, cui era stato aggiunto un mezzanino per ospitare le circa 180 mise che dovevano essere presentate.

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Una vestiarista aiuta la modella Renée Breton a chiudere il suo abito prima di calcare la passerella, 1955.

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Le vestiariste si danno da fare per aiutare la modella Lucile a infilarsi l’abito Bleuette per la sfilata Haute Couture Primavera-Estate 1947.

"Sosies"

Una delle peculiarità dell’haute couture, fin da quando emerse intorno al 1860, erano le ragazze che sfilavano con indosso le creazioni per presentarle alle clienti. Chiamate anche “sosies”, ossia sosia, queste precorritrici delle odierne modelle venivano selezionate per rappresentare diversi tipi di corpi femminili. La “cabine” di Christian Dior, la sua équipe di modelle, si componeva di 12 ragazze selezionate dallo stilista, le cui personalità rispecchiavano le creazioni che avrebbero indossato. “Ciascuna cabine deve riunire diversi tipi di donne, che insieme compongono l’immagine ideale che ci siamo fatti della cliente,” Christian Dior spiegò nelle sue memorie.

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“Le mie modelle sono la linfa vitale dei miei abiti, e io voglio che i miei abiti siano felici.”
Christian Dior

La “pose”

Nei mesi antecedenti la sfilata, un periodo chiamato “la pose” durante cui gli abiti venivano provati e riprovati, le modelle, vestite con camici bianchi, venivano convocate in continuazione negli atelier per provarsi addosso le tele e, successivamente, i prototipi confezionati con i veri tessuti.

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Le modelle della cabine Dior, 9 agosto 1949.

Il giorno della sfilata, questo piccolo spazio ospitava, come raccontava Christian Dior, “Madame Marguerite, dieci assistenti, tutte le premières d’atelier e le sarte, tre parrucchiere, le mie due più care colleghe e, naturalmente, le ragazze”, nonché la cheffe de cabine, Yvonne de Turckheim. I prototipi, alcuni dei quali arrivavano all’ultimo minuto, venivano appesi nei guardaroba e assegnati a ciascuna delle 12 modelle. Le indicazioni e le descrizioni delle 18 o 20 mise che dovevano indossare erano scritte su un biglietto che veniva consegnato all’assistente, assieme ai dettagli sugli accessori da abbinare.

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Le modelle si preparano per la sfilata, intorno al 1953.

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Le modelle si preparano nel camerino per la presentazione della collezione Haute Couture Autunno-Inverno 1953.

Vere e proprie ambasciatrici

Le modelle erano le migliori ambasciatrici della collezione. Dovevano “trionfare e convincere, presentare e stupire con la nuova moda”, pur mantenendo al contempo un’aria di mistero, affermava Christian Dior. Erano anche il fulcro attorno cui orbitava l’attenzione dei fotografi, che scattavano immagini delle creazioni per la Maison stessa o per prestigiose riviste di moda.


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Le modelle della cabine posano per la rivista LIFE con indosso gli abiti più emblematici della collezione Haute Couture Primavera-Estate 1957.

In giro per il mondo

Una o due volte all’anno, la Direttrice delle vendite Madame Luling organizzava una serie di presentazioni per la collezione in giro per il mondo. Otto modelle, accompagnate da quattro assistenti, partivano così alla volta di Giappone, Grecia, Inghilterra o Sudamerica.

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Il passaporto della modella Lucky.
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Il passaporto della modella Lucky.

30 Avenue Montaigne

Esplora il cuore di 30 Avenue Montaigne, il “piccolo e laborioso alveare” dove la leggenda di Christian Dior vide la luce 75 anni fa.